Hollywood violata: sfatando i miti sull'hacking nei film.

Hollywood ama una buona scena di hacking. Le dita volano sulla tastiera, righe di codice lampeggiano sullo schermo e in pochi minuti l’eroe ha infiltrato un sistema apparentemente impenetrabile. Ma quanto sono realistiche queste rappresentazioni? Sfatiamo alcuni miti comuni sull’hacking dal grande schermo:
Mito #1: Scassinare la cassaforte bancaria impenetrabile
I film amano mostrare hacker che superano i firewall di sicurezza bancaria con pochi tasti. In realtà, le banche sono bastioni della cybersecurity, che rafforzano costantemente i loro sistemi. Ecco uno sguardo alle loro vere difese:
- Sicurezza a più livelli: Le banche utilizzano un approccio difensivo stratificato, con ogni livello che rappresenta un ostacolo per gli attaccanti. I firewall fungono da barriera iniziale, filtrando il traffico in entrata e bloccando i tentativi di accesso non autorizzati. I Sistemi di Rilevamento delle Intrusioni (IDS) monitorano continuamente l’attività di rete per comportamenti sospetti, mentre i Sistemi di Prevenzione delle Intrusioni (IPS) possono bloccare automaticamente le minacce identificate.
- Odissea dell’autenticazione: Sono finiti i tempi degli accessi con solo nome utente e password. Le banche spesso impiegano l’autenticazione a più fattori (MFA), richiedendo ulteriori passaggi di verifica come un codice inviato al telefono o una scansione delle impronte digitali. Questo riduce significativamente il rischio di accessi non autorizzati anche se un hacker ruba le credenziali di accesso.
- Crittografia dei dati: Le banche comprendono la sensibilità dei dati dei clienti. Crittografano informazioni sensibili come numeri di conto e codici fiscali, rendendoli inutilizzabili anche se intercettati dagli hacker. Tecniche come l’Advanced Encryption Standard (AES) rendono praticamente impossibile decrittare i dati senza la chiave corretta.
- Vigilanza costante: Le banche impiegano team di sicurezza dedicati che monitorano l’attività di rete 24 ore su 24, alla ricerca di anomalie e potenziali violazioni. Questi team aggiornano continuamente i protocolli di sicurezza e conducono test di penetrazione (attacchi simulati) per identificare vulnerabilità prima che gli attaccanti possano sfruttarle.
- Guardiani contro il malware: Le banche investono molto in soluzioni anti-malware avanzate che scansionano i sistemi alla ricerca di software dannoso progettato per rubare dati o interrompere le operazioni. Questi sistemi utilizzano il rilevamento basato su firme per identificare ceppi di malware noti e anche l’analisi comportamentale per individuare e bloccare attacchi zero-day (malware precedentemente sconosciuti).
- Fantasma del phishing: Combattere gli attacchi di phishing richiede un approccio multiplo. Le banche educano i clienti sulle tattiche di phishing e sui segnali d’allarme da riconoscere. Inoltre, impiegano sistemi di filtraggio delle email in grado di identificare messaggi sospetti contenenti link o allegati dannosi.
Mito #2: Le porte digitali della sicurezza nazionale sono spalancate? Ripensaci
Agenzie di sicurezza nazionale come la CIA o la NSA sono obiettivi primari per i cyberattacchi, eppure i loro siti web sono tra i più sicuri al mondo. Ecco cosa protegge le loro informazioni classificate:
- Sistemi air-gapped: Per i dati più critici, le agenzie di sicurezza nazionale possono utilizzare sistemi air-gapped, completamente isolati da internet. Questo impedisce agli attaccanti di accedere da remoto a questi sistemi tramite canali online.
- Architettura Zero Trust: I modelli di sicurezza tradizionali si concentrano sulla difesa del perimetro. Lo Zero Trust ribalta questo concetto, assumendo che nessun utente o dispositivo sia intrinsecamente affidabile. Ogni tentativo di accesso, indipendentemente dall’origine, viene rigorosamente esaminato prima di concedere l’accesso a informazioni sensibili.
- <